AISTED NEWS

Abuso sessuale o fisico precoce in pazienti maschi e femmine con disturbi dell'umore

Recensione dell'articolo di Caterina Visioli

Abuso sessuale o fisico precoce in pazienti maschi e femmine con disturbi dell'umore
Di: Caterina Visioli, Leonardo Tondo, Alessandro Miola, Marco Pinna, Martina Contu, Ross J. Baldessarini

 

L'abuso sessuale e fisico precoci, insieme al maltrattamento o alla trascuratezza, rappresentano - in vari disturbi psichiatrici - fattori di rischio significativi per lo sviluppo di psicopatologia in età adulta. La ricerca dimostra che gli individui con Disturbo Bipolare (BD) e Disturbo Depressivo Maggiore (MDD) che hanno vissuto esperienze traumatiche hanno probabilità più alte di sviluppare condizioni croniche o resistenti al trattamento, con risposte peggiori sia alla farmacoterapia che alla psicoterapia. Tuttavia, pochi studi confrontano direttamente gli esiti clinici dell’abuso sessuale o fisico precoce nei pazienti con BD e MDD, evidenziando una lacuna nella comprensione della moderazione di fattori come sesso, età e diagnosi.

Lo studio del 2023

Lo studio del 2023 intitolato "Abuso sessuale o fisico precoce in pazienti maschi e femmine con disturbi dell’umore", pubblicato nel Journal of Psychiatric Research, ha indagato la prevalenza e l'impatto dell’abuso precoce in individui con disturbi dell’umore, nello specifico con BD e MDD.

La ricerca ha incluso un campione di 684 pazienti adulti con disturbi maggiori dell’umore (388 con BD, 296 con MDD), di cui 424 donne (62%) e 260 uomini (38%), provenienti dai Centri per i Disturbi dell'Umore "Lucio Bini" di Cagliari e Roma (Italia). I partecipanti hanno riferito esperienze di abuso sessuale o fisico – inclusa qualsiasi forma di molestia o violenza – prima dei 20 anni di età. I soggetti sono stati confrontati con pazienti con disturbi dell'umore senza esperienze di abuso precoce, attraverso valutazioni cliniche regolari condotte dallo stesso esperto con l’utilizzo di interviste semi-strutturate per creare grafici di andamento del disturbo. Lo studio ha misurato la morbilità attraverso il numero di episodi per anno e la percentuale di tempo trascorso in stato di malattia.

Risultati principali

Lo studio ha riscontrato un'associazione significativa tra abuso precoce e gravità clinica dei disturbi dell’umore, specialmente nei pazienti con BD. Complessivamente, il 16,2% dei partecipanti ha riportato abuso sessuale precoce, mentre l’11,9% ha riferito abuso fisico. Entrambe le forme di abuso erano più comuni nei pazienti con BD rispetto a quelli con MDD. Nello specifico: l’abuso sessuale era presente nel 18,8% nei pazienti BD vs il 12,8% dei pazienti MDD, mentre l’abuso fisico è stato riscontrato nel 14,0% dei pazienti BD vs il 9,15% dei pazienti MDD. I dati hanno inoltre rivelato delle differenze di genere, con l'abuso sessuale riportato dal 21,3% delle donne vs il 7,81% degli uomini, mentre i tassi di abuso fisico non differivano significativamente tra i sessi.

L’abuso sessuale era associato a una maggiore morbilità, ed entrambi i tipi di abuso erano fortemente correlati con la familiarità per disturbi dell’umore e un aumento del rischio suicidario, specialmente nei pazienti con BD.

I pazienti con storia di abuso sessuale presentavano un decorso clinico più grave, con esordio più precoce del disturbo dell’umore, in particolare i pazienti con BD, e un menarca leggermente anticipato nelle donne. L’abuso sessuale era associato a una maggiore ricorrenza degli episodi dell’umore, sia depressivi che (ipo)maniacali, e a una percentuale maggiore di tempo trascorso in stato maniacale durante il periodo di follow-up. Inoltre, l’abuso sessuale era correlato a maggiore familiarità per disturbi psichiatrici, in particolare in pazienti con BD, e a un incremento del rischio suicidario. Infatti, il rischio di suicidio tra i parenti di primo grado era 1,96 volte maggiore nei soggetti con abuso sessuale. Inoltre, i soggetti stessi avevano una probabilità 1,73 volte superiore di comportamenti suicidari e una probabilità 2,19 volte maggiore di tentativi di suicidio violenti.

Al contrario, sebbene l’abuso fisico fosse associato al BD, non mostrava lo stesso incremento nella gravità o nella ricorrenza della malattia, come nel caso di abuso sessuale. Tuttavia, era comunque correlato a una maggiore incidenza di disturbi dell’umore in famiglia e a un elevato rischio di comportamenti suicidari, sebbene meno pronunciato rispetto all’abuso sessuale. I partecipanti con una storia di abuso fisico (33,8%) avevano 2,49 volte più probabilità di aver subito anche abuso sessuale rispetto a quelli senza abuso fisico. Inoltre, altri risultati sono stati:

  • prevalenza familiare di malattia psichiatrica: 1,18 volte più alta;
  • rischio di disturbi dell’umore in famiglia: 1,33 volte più alto;
  • rischio di BD familiare: 1,64 volte più alto;
  • comportamenti suicidari: 32,1% (1,83 volte superiore rispetto ai non abusati), similmente a quanto osservato nel caso di abuso sessuale;
  • diversamente dal caso di abuso sessuale, l’abuso fisico era meno associato a disturbi psichiatrici co-occorrenti, specialmente sindromi ansiose.

 

Impatto del “doppio abuso”

L’effetto combinato di abuso sessuale e fisico, definito "doppio abuso", era particolarmente preoccupante, risultando associato al più alto rischio di comportamenti suicidari: 48,5% dei pazienti con doppio abuso ha riferito atti suicidari, significativamente più alto rispetto al 31,1% di coloro con una sola forma di abuso. La prevalenza delle diverse forme di abuso era così distribuita: abuso sessuale: 16,2%; abuso fisico: 11,9%; doppio abuso: 5,15%. Comunque, paragonando individui con un solo tipo di abuso (sessuale o fisico) con individui con entrambi gli abusi, non sono state evidenziate differenze per le variabili: sesso, diagnosi, età attuale, età all’esordio del disturbo, né per le variabili di valutazione della morbidità (episodi per anno o percentuale di tempo in stato di malattia).

Comportamenti suicidari e abuso

Il comportamento suicidario era più comune tra coloro che avevano subito entrambe le forme di abuso (48,5%), con un rischio maggiore nei pazienti BD rispetto ai MDD, ed era inoltre associato a: esordio più precoce del disturbo; diagnosi di BD più che di MDD; “doppio abuso”; livelli maggiori di depressione al momento della presa in carico.

Limiti dello studio

Gli autori riconoscono alcune limitazioni, come il possibile bias di memoria e l’assenza di strumenti psicometrici per valutare la gravità dell’abuso, che potrebbero influenzare la precisione dei risultati.

Conclusioni

Lo studio conferma e approfondisce le evidenze precedenti che collegano l’abuso sessuale e fisico precoci ai disturbi dell’umore. Tra i punti di forza della ricerca vi sono: l’ampio campione, il lungo periodo di follow-up e il fatto che le valutazioni siano state condotte dallo stesso esperto. Lo studio suggerisce che il trauma infantile possa alterare lo sviluppo cerebrale - specialmente nelle aree coinvolte nella regolazione emotiva, come amigdala, ippocampo e corteccia prefrontale -, aumentando la vulnerabilità ai disturbi dell’umore. In individui con storia di abuso, tali modifiche a livello neurobiologico possono accrescere il rischio di sviluppare disturbi dell’umore e contribuire alla manifestazione di un decorso cronico e severo della malattia. Lo studio mostra un’associazione più forte fra abuso sessuale e BD, rispetto al MDD, suggerendo che l’abuso sessuale rappresenti tanto un precursore quanto un fattore di rischio per il BD. L’abuso può essere associato a disturbi psichiatrici non riconosciuti, in particolare BD, in famiglia. L’abuso sessuale era più frequente fra le donne e associato con una ricorrenza del disturbo più severa, con maggiore frequenza di episodi depressivi ed (ipo)maniacali. Ciò può essere dovuto a cambiamenti nelle strutture e funzioni cerebrali causate dall’abuso, come alterazioni a carico dell’amigdala, ippocampo e corteccia prefrontale. Tali modifiche possono rappresentare sia meccanismi protettivi sia fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi dell’umore. Lo studio suggerisce, inoltre, un meccanismo bidirezionale tra abuso e BD, per cui l’abuso può stimolare lo sviluppo precoce del BD, ma può essere anche la conseguenza di comportamenti abusanti da parte dei familiari, probabilmente spesso non diagnosticati né trattati. 

Raccomandazioni per la ricerca futura

Lo studio sottolinea la necessità di ulteriori studi adeguatamente disegnati al fine di esplorare: a) il trattamento trauma-informed; b) interventi su misura per individui con storia di abuso; c) la loro efficacia nel ridurre il rischio di suicidio e nel migliorare gli esiti nei pazienti con disturbi dell’umore e storia precoce di abuso, specialmente quelli con storia di “doppio abuso”. Inoltre, i risultati suggeriscono un potenziale nesso familiare fra disturbi dell’umore e probabilità di sperimentare o perpetrare un abuso, sottolineando la complessa interazione fra genetica, ambiente familiare ed esperienze traumatiche precoci, nello sviluppo e nel decorso dei disturbi dell’umore.

 

Abuse mood disorders

 

 

References 

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Babineau, V., McCormack, C.A., Feng, T., Lee, S., Berry, O., Knight, B.T., et al., 2022. Pregnant women with bipolar disorder who have a history of childhood maltreatment: intergenerational effects of trauma on fetal neurodevelopment and birth outcomes. Bipolar Disord. 24(6):671–682. 

Cay, M., Gonzalez-Heydrich, J., Teicher, M.H., van der Heijden, H., Öngür, D., Shinn, A.K., Upadhyay, J., 2022. Childhood maltreatment and its role in the development of pain and psychopathology. Lancet Child Adolesc Health. 6(3):195–206. 

Duarte, D., Belzeaux, R., Etain, B., Greenway, K.T., Rancourt, E., Correa, H., et al., 2020. Childhood-maltreatment subtypes in bipolar patients with suicidal behavior: systematic review and meta-analysis. Braz J Psychiatry. 

Hogg, B., Gardoki-Souto, I., Valiente-Gómez, A., Rosa, A.R., Fortea, L., Radua, J., et al., 2023. Psychological trauma as a transdiagnostic risk factor for mental disorder: an umbrella meta-analysis. Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci. 273(2), 397–410. 

Kang, W., Kang, Y., Kim, A., Kim, H., Han, K.M., Ham, B.J., 2023. Gray and white matter abnormalities in major depressive disorder patients and its associations with childhood adversity. J Affect Disord. 330, 16-23.

Miola, A., Tondo, L., Salvatore, P., Baldessarini, R.J., 2022. Factors associated with onset-age in major affective disorders. Acta Psychiatr Scand. 146(5), 456–467. 

Palmier-Claus, J.E., Berry, K., Bucci, S., Mansell, W., Varese, F., 2016. Relationship between childhood adversity and bipolar affective disorder: systematic review and meta-analysis. Br J Psychiatry. 209(6), 454–459. 

Teicher, M.H., Samson, J.A., 2016. Enduring neurobiological effects of childhood abuse and neglect. J Child Psychol Psychiatry. 57(3), 241–266. 

Teicher, M.H., Samson, J.A., Anderson, C.M., Ohashi, K., 2016. Effects of childhood maltreatment on brain structure, function and connectivity. Nat Rev Neurosci. 17(10), 652–666. 

Wrobel, A.L., Jayasinghe, A., Russell, S.E., Marx, W., Alameda, L., Dean, O.M., et al., 2022a. Influence of childhood trauma on the treatment outcomes of pharmacological and/or psychological interventions for adolescents and adults with bipolar disorder: systematic review and meta-analysis. J Affect Disord. 296(1), 350–362. 

Wrobel, A.L., Köhler-Forsberg, O., Sylvia, L.G., Russell, S.E., Dean, O.M., Cotton, S.M., et al., 2022b. Childhood trauma and treatment outcomes during mood-stabilizing treatment with lithium or quetiapine among outpatients with bipolar disorder. Acta Psychiatr Scand. 145(6):615–627. 

 

 

 

AISTED TALK ABOUT con Bindi e Malacrea - 18 Febbraio 2025

Bindi e Malacrea

Presentazione del libro di Giordano Bindi, con prefazione della dottoressa Marinella Malacrea, "L'infanzia violata. Cronache di abusi sessuali e violenze nella Bassa Modenese degli anni Novanta"

Martedì 18 Febbraio 2025, per il ciclo AISTED TALK ABOUT, abbiamo avuto l'onore e il piacere di ospitare Giordano Bindi e la dottoressa Marinella Malacrea che hanno raccontato e avviato un confronto sugli eventi raccontati proprio dal libro di Bindi.

Sono intervenuti alla discussione la presidentessa di AISTED Annalisa Di Luca, l'ex presidente di AISTED Giovanni Tagliavini, l'avvocato Luca Bauccio e il dr. Andrea Mazzeo. 

E' stata un'occasione davvero preziosa di confronto su un tema tanto importante, che rappresenta una vera sfida collettiva, soprattutto in questi tempi di ritorno al negazionismo. 

Come AISTED vogliamo raccogliere questa sfida e rilanciare in direzione di un'assunzione di responsabilità che si opponga al diniego difensivo che sempre si dispiega di fronte all'orrore e a ciò che facciamo fatica a guardare apertamente. 

Grazie dunque all'autore che ha avuto il coraggio di raccontare con chiarezza una cronaca che è stata tanto mistificata, e grazie alla dottoressa Malacrea che con la sua competenza e sensibilità clinica e umana, ha affiancato questo lavoro e il percorso di guarigione dei bambini e delle bambine coinvolte e offre a noi oggi la possibilità di condividerlo.

I soci AISTED possono vedere QUI il video della serata, dopo aver effettuato l'accesso con le credenziali.

 

 

1° CONGRESSO AISTED

 

La Banalità Del Male: Dialoghi sull’esperienze di cura di trauma e dissociazione.

24-25 Ottobre 2025 a Milano

 

Siamo felici di annunciarvi che il 24 e 25 ottobre 2025 si terrà a Milano il primo congresso AISTED!

Stiamo preparando il programma che prevederà la partecipazione di alcuni esperti a livello nazionale e internazionale di trauma complesso e dissociazione, ma anche uno spazio dedicato ai soci AISTED per presentare il proprio lavoro all'interno di workshop o con la presentazione di poster.

Siete tutti caldamente invitati a partecipare, sarà un'occasione preziosa per portare avanti il proposito di AISTED di creare reti, connessioni e confronto fra i colleghi che a vario titolo si occupano di questo ambito di lavoro complesso e affascinante.

Potete inviarci i vostri abstract e le vostre proposte entro il 28 febbraio 2025.

In allegato trovate i criteri per la loro compilazione.

Allegato News

Partecipazione alla Validazione Italiana del Progress in Treatment Questionnaire (PITQ)

Pubblichiamo di seguito una lettera di Costanzo Frau, Denis Trivellato e Giuseppe Craparo che vi invitano a partecipare a un progetto davvero interessante e prezioso per la nostra professione.

 

Partecipazione alla Validazione Italiana del Progress in Treatment Questionnaire (PITQ)

Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione (AISTED)

 

Gentile Collega,

Il gruppo di ricerca dell'Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione (AISTED) è lieto di invitarLa a partecipare alla validazione italiana del Progress in Treatment Questionnaire (PITQ), un innovativo strumento di self-report progettato per monitorare i progressi terapeutici di pazienti affetti da disturbo da stress post-traumatico complesso (C-PTSD) e disturbi dissociativi.

 

Questo progetto rappresenta un’importante opportunità per contribuire allo sviluppo di strumenti clinici che possano supportare i terapeuti nella valutazione dell’efficacia del trattamento e nel monitoraggio del percorso terapeutico, con particolare attenzione ai pazienti con quadri clinici complessi.

 

La Sua partecipazione consisterebbe nella somministrazione di una batteria di test, inclusa la versione italiana del PITQ, a un campione di pazienti che Lei riterrà idonei a partecipare sulla base delle indicazioni diagnostiche riportate sotto. Le procedure saranno completamente rispettose dei principi etici e della tutela della riservatezza, in conformità con la normativa vigente in materia di trattamento dei dati personali.

 

Perché partecipare?

• Avrà l’opportunità di accedere a uno strumento validato scientificamente che potrà arricchire il Suo lavoro clinico.

• Contribuirà alla ricerca scientifica e alla comprensione dei meccanismi di trattamento nei pazienti con C-PTSD e disturbi dissociativi.

• Potrà confrontarsi con una rete di professionisti e ricercatori interessati al miglioramento delle pratiche cliniche.

 

Chi può partecipare?

Terapeuti che lavorano con pazienti diagnosticati con disturbo da stress post-traumatico complesso e/o disturbi dissociativi, interessati a integrare la somministrazione di test nell’ambito del loro lavoro clinico.

 

Come partecipare?

Se interessato, La invitiamo a contattarci per ricevere ulteriori informazioni e il protocollo dettagliato dello studio. Saremo lieti di guidarLa in ogni fase del processo e di rispondere a qualsiasi domanda.

Siamo convinti che il Suo contributo sarà prezioso per migliorare l’approccio terapeutico e per promuovere strumenti clinici di qualità.

 

Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti e per accogliere la Sua adesione.

 

Cordiali saluti,

Costanzo Frau, Denis Trivellato, Giuseppe Craparo

 

Contatto Email: pitq2020@gmail.com

SEMINARIO ANNUALE CON ANNA RITA VERARDO E ASSEMBLEA GENERALE AISTED APS

Verardo

 

"L'IMPORTANZA DEI SISTEMI MOTIVAZIONALI INTERPERSONALI (SMI) NEL DIALOGO CLINICO"

Sabato 12 Aprile 2025

Spazio PIN, viale Sondrio 5, Milano

Seminario ore 10.00 - 17.30

Assemblea Soci ore 18.00 - 19.00

ATTENZIONE! A CAUSA DI UN IMPREVISTO LA SEDE DEL SEMINARIO E' STATA MODIFICATA: NON SARA' PIU' ALL'HOTEL LOMBARDIA, MA PRESSO LO SPAZIO PIN IN VIALE SONDRIO 5, SEMPRE A MILANO.

In occasione della consueta Assemblea Annuale vi proponiamo una giornata di studio e approfondimento con Anna Rita Verardo sull'importanza dei sistemi motivazionali nel dialogo clinico, come sempre in una prospettiva clinica e laboratoriale in cui saranno presentati casi clinici e ampio spazio sarà dedicato al confronto. 

Info e iscrizioni: https://www.aisted.it/seminario_Verardo

 

SONO APERTE LE ISCRIZIONI 2025!

Iscrizioni

 

AISTED APS ha aperto le iscrizioni per il nuovo anno associativo.

L'adesione permette di entrare in una rete di professionisti impegnati nella psicotraumatologia e di accedere a risorse esclusive come seminari, materiali didattici e collaborazioni internazionali.

Ci sono due diverse procedure per iscriversi ad AISTED APS, una per i nuovi soci e una per coloro che si sono già iscritti nel 2024: trovate QUI tutte le indicazioni per l'iscrizione o il rinnovo.

Unisciti a noi per portare avanti il nostro obiettivo di approfondire e migliorare la comprensione del trauma e della dissociazione!

VERITA' E RIPARAZIONE - RECENSIONE

VERITA' E RIPARAZIONE

 

"Verità e riparazione. Una giustizia per chi sopravvive al trauma."

di Judith L. Herman

con prefazione del Direttivo AISTED APS

Judith Herman, nel libro ''Verità e Riparazione'', amplia il suo lavoro sui sopravvissuti al trauma aggiungendo una tappa fondamentale nel percorso di guarigione: la giustizia intesa come riconoscimento e riparazione da parte della collettività.

Con la sua delicata sensibilità, Judith Herman affronta ancora una volta temi di importanza vitale per tutti, lanciandoci un'altra sfida a non sottrarci alle nostre responsabilità verso i sopravvissuti.

Leggi la recensione di Cristiana Chiej, Consigliera AISTED APS, su State of Mind

 

 

AISTED CONSIGLIA: CRISTALLI INFRANTI - a cura di Elena Simonetta

Cristalli Infranti

 

Vi consigliamo caldamente la lettura di questo libro di recentissima pubblicazione che raccoglie il prezioso lavoro di alcuni nostri soci, a cura di Elena Simonetta, ex consigliera AISTED.

Questo libro nasce con lo scopo di presentare al lettore gli esiti dei traumi incidentali e di attaccamento in età evolutiva. Questi esiti riguardano la frammentazione difensiva del cervello e le conseguenze di questa frammentazione che viene chiamata dissociazione strutturale. 
Molti di questi esiti sono conosciuti con altre denominazioni o descrizioni, ma in questo libro cerchiamo di far riconoscere la complessità post-traumatica di alcuni dei più noti comportamenti infantili o adolescenziali. 
Molti comportamenti esito di trauma possono essere erroneamente attribuiti allo spettro autistico; da qui nascono gli errori diagnostici che spesso vedono bambini traumatizzati diagnosticati come autistici. Tra i due funzionamenti vi sono in effetti alcune apparenti similitudini, ma soprattutto profonde differenze. 
Inoltre, sono presenti delle pagine che illustrano quali modalità terapeutiche e quali modalità curative applicabili possano contribuire alla soluzione dei problemi dissociativi, o almeno, fornire indicazioni per riconoscere e alleviare gli esiti più dolorosi e socialmente non adeguati.

Autori dei capitoli: Elena Simonetta, Paolo Calini, Roberta Frescot, Stefania Martignoni, Simona Beatrice, Diomira Neri.

Casa editrice ALPES.

ESTD 2024: Approfittate dello sconto per la conferenza ESTD 2024!

ESTD2024

Gentili Colleghe e Colleghi,

siamo lieti di invitarvi a partecipare al Congresso ESTD 2024, che si terrà dal 10 al 12 ottobre 2024 presso l'International Congress Centre di Katowice, in Polonia

Il titolo del congresso è: Dalla diagnosi al trattamento: riconoscere i traumi complessi e la dissociazione. Pertanto, l'evento si concentrerà sull'esecuzione di una valutazione clinica completa dei pazienti con trauma complesso e dissociazione, sui dilemmi diagnostici, sulla pianificazione del trattamento e sugli interventi. 

Scegliete la vostra forma di partecipazione

  1. Partecipazione di persona: incontratevi di persona a Katowice e godetevi il contatto diretto con i relatori e i partecipanti.
  2. Partecipazione online: partecipate da qualsiasi parte del mondo utilizzando la nostra piattaforma online.

Registrazione e quote di partecipazione

Per garantire il vostro posto al Congresso, registratevi il prima possibile e scegliete il metodo di pagamento più conveniente: carta di credito, PayPal o bonifico bancario.

I dettagli sui prezzi e sulla procedura di registrazione sono disponibili sul nostro sito web estd2024.com.

Informazioni sui codici sconto

Codice sconto: AISTED2024

Lo sconto è riservato alle prime 30 persone che si registrano utilizzando il codice. I codici sconto sono validi fino al 10 settembre 2024. Lo sconto è del 10%.

  1. Inserire il codice nel modulo di pagamento nel campo “DISCOUNT CODE” e fare clic su “USE”.
  2. L'importo nel campo “TO PAY” calcolerà automaticamente lo sconto. 
  3. Selezionare quindi il metodo di pagamento e fare clic su “REGISTER AND PAY”

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Attaccamento traumatico: facciamo chiarezza

Durante il seminario di febbraio con Benedetto Farina abbiamo molto parlato di attaccamento traumatico, argomento di cui molto si parla, utilizzando termini diversi, e su cui sembra esserci molta confusione e poco accordo sia fra i clinici si afra i ricercatori.

In questo interessante articolo, che vi consigliamo di leggere, il nostro socio Andrea Zagaria cerca di fare un po' di chiarezza sull'argomento.

 

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LEGGI "Attaccamento traumatico: facciamo chiarezza" di Andrea Zagaria

INTERVISTA A SANDRA BAITA

La nostra presidente Annalisa Di Luca intervista Sandra Baita, Sandra Baita, psicologa e psicoterapeuta, che lavora da oltre 25 anni a Buenos Aires nell’ambito della cura ai bambini vittime di abusi, maltrattamenti e grave trascuratezza.

Intervista a Sandra Baita

 

Ospite a Venezia come relatrice al Corso Internazionale “Nuove Frontiere nella Cura del Trauma” , giunto alla sua dodicesima edizione, Sandra Baita è stata da poco eletta come membro del Consiglio Direttivo della nostra associazione madre, ESTD.

VEDI QUI L'INTERVISTA!

 

ESTD 2024 - IX Congresso Internazionale ESTD

IX Congresso Internazionale ESTD

"DALLA DIAGNOSI AL TRATTAMENTO. RICONOSCERE IL TRAUMA COMPLESSO E LA DISSOCIAZIONE"

10-12 Ottobre 2024

Katowice - POLONIA

IX Congresso Internazionale ESTD

Carissime socie e carissimi soci AISTED,

come forse molti di voi sapranno, ad ottobre si terrà in Polonia il IX Congresso Internazionale ESTD, la nostra Associazione madre.

Siamo felici di annunciarvi che sarà disponibile per i partecipanti la TRADUZIONE SIMULTANEA IN ITALIANO per una parte delle presentazioni!

Motivo in più per partecipare a questo interessantissimo congresso che vedrà la partecipazione dei maggiori esperti internazionali di trauma e dissociazione!

Trovate tutte le informazioni sul sito del congresso: www.estd2024.com

Condividiamo con voi la presentazione al congresso del Presidente ESTD prof. Igor Pietkiewicz.

 

Cari membri dell'ESTD e tutti coloro che sono interessati al campo del trauma e della dissociazione!

Siamo lieti di annunciare il 9° Congresso Internazionale ESTD , che si terrà dal 10 al 12 ottobre 2024  a Katowice, in Polonia. Il titolo del congresso è: Dalla diagnosi al trattamento: Riconoscere il trauma complesso e la dissociazione. Pertanto, ci concentreremo sulla valutazione del trauma complesso e della dissociazione, sui dilemmi diagnostici, sulla pianificazione del trattamento e sugli interventi terapeutici, nonché sui nuovi approcci alla terapia del trauma complesso. Oltre a interessanti workshop e presentazioni principali, diamo il benvenuto a documenti e poster dei partecipanti che desiderano presentare le loro ricerche o descrizioni di casi clinici. Nel programma sono incluse anche sessioni di panel per ricercatori emergenti e operatori sanitari.

I partecipanti al congresso avranno anche la possibilità di incontrarsi ad una cena sociale e iscriversi a tour intorno a Cracovia e Katowice, vedere l'architettura industriale unica di “Nikiszowiec” e il museo della Slesia. Katowice è anche vicina al sito storico che commemora l'Olocausto: il campo di concentramento nazista di Auschwitz (Oświęcim in polacco). Coloro che desiderano visitare questo luogo di genocidio e rendere omaggio alle sue vittime avranno l'opportunità di partecipare a un tour di gruppo.

Il Congresso sarà organizzato in forma ibrida, il che significa che si potrà partecipare in loco o virtualmente, tramite una piattaforma online.

Il Presidente dell'ESTD,
prof. Igor Pietkiewicz, Ph.D.

 

SEMINARIO ANNUALE "La clinica dell'attaccamento traumatico" con Benedetto Farina

Seminario Farina

 

Seminario Farina 2024

 

Difficile riassumere questi due giorni di studio e confronto con Benedetto Farina che ha tenuto per i nostri soci il seminario “la clinica dell’attaccamento traumatico”.

La riflessione è partita dalla storia relativamente recente del trattamento trauma in Italia che ha visto fiorire negli ultimi anni una crescente quantità di approcci e tecniche; allo stato attuale è però chiaro a tutti il bisogno di mettere a fuoco alcuni aspetti della clinica del trauma che rischiano di portare a semplificazioni riduttive e confusione nell’uso di alcuni termini, come quello di dissociazione, sui cui il dibattito è ancora aperto.

La strada per il confronto che Benedetto Farina ha tracciato è stata ricca di ricerche sulla neurobiologia del trauma e analisi di dati scientifici in cui si evidenzia come il fattore di rischio per lo sviluppo di politraumatizzazione sia il neglect che rappresenta il 75% delle forme di maltrattamento infantile (the Child Maltratment Report, 2019).

In queste due giornate di incontro tra ricerca e clinica si è riflettuto sul concetto di attaccamento traumatico, non come diagnosi clinica, ma come condizione patogenetica generale che dovrebbe essere preso in considerazione dai clinici perché peggiora la prognosi e rende la terapia molto più difficile a causa dell’ implicito che si muove nella relazione terapeutica.

La discussione è stata ricca e veramente nutritiva, anche sul tema caro ad AISTED: la dissociazione. É una definizione utilizzata per indicare fenomeni diversi di cui è bene conoscere a fondo le differenze e i processi, anche per individuare l'intervento terapeutico più adatto.

I soci AISTED possono trovare nell'area riservata il materiale che Benedetto Farina ha condiviso durante il seminario e ha messo a nostra disposizione.

Su State Of Mind potete anche trovare un articolo di report dal seminario!

 

ASSOCIATI AD AISTED APS!

iscrizioni

 

E' partita la nuova campagna iscrizioni alla nostra Associazione, rinnovata in AISTED Aps.

Solo per quest'anno, nel passaggio formale da AISTED ad AISTED Aps, anche coloro che sono già soci dovranno inviare il nuovo  modulo compilato, che trovate in allegato, con i propri dati a segretario@aisted.it per completare l'iscrizione, corredato delle ricevute dei versamenti ad AISTED Aps ed ESTD.

Trovate tutte le informazioni alla nostra pagina ASSOCIATI!

Prendete nota del nuovo IBAN!!!

 

25 novembre 2023: la giornata per il contrasto alla violenza sulla donna tra IDEALIZZAZIONE DIGITALE, FRAMMENTAZIONE E MULTIDISCIPLINARITA’

 

occhio

 

di C. Bellardi e A. Di Luca

 

Davanti al ripetersi dei femminicidi come dentro a dei copioni, si rimane scioccati e inermi. Anche come clinici non rimaniamo indifferenti e molte domande iniziano ad affollare i nostri pensieri e come schegge compaiono tante riflessioni e punti di osservazione, circa le variabili che possono incidere e costruire l’humus in cui poi attecchiscano le dinamiche violente. Molte cose si sono lette, ma vorremmo aprire una riflessione, dando voce alle tante domande, anche impegnative, cercando di guardare anche alle polarizzazioni.

 

E’ legittimo domandarsi se la sovra-esposizione ai social costituisca un catalizzatore per la proliferazione di profili idealizzati e irraggiungibili? 

Andando oltre le ricerche evidence-based, potrebbe aiutare il recupero dell’approccio multidisciplinare delle scienze umane, nel tentativo di comprendere e accettare  gli aspetti più insondabili della psiche umana? 

Una maggior consapevolezza della parzialità e della “situatezza” delle narrazioni potrebbe aiutare a decodificare meglio il fenomeno? 

Ci si potrebbe domandare, in una prospettiva trauma-informed, se anche le professionalità del settore mediatico, e non solo, siano in qualche modo allineate alla narrazione del pre e del post delitto, nelle immagini e nelle parole usate,  mostrando dapprima l’assonanza di cromie e interessi per in seguito focalizzarsi sulla truculenza dei dettagli con relativi approfondimenti diagnostici ex post

Ci domandiamo se possa aiutare soffermarsi sulla comunicazione di questo sui social, sulla galvanizzazione della idealizzazione, sull’insostenibilità dei modelli proposti e sulla conseguente “re-azione scomposta”… 

Ci si potrebbe domandare se una lettura multidisciplinare e polifonica anche su questo, potrebbe contribuire ad integrare i frammenti esistenziali e ad imbastire delle rappresentazioni più integrate e realistiche di sé e dell’altra persona.

Ci si chiede, quindi, se il moltiplicarsi di profili social nei quali si alimenta l’illusione che tutto sia velocemente possibile ed altrettanto repentinamente emendabile, non abbia un ruolo importante anche nella violenza domestica. L’entropia e la contraddittorietà dei modelli proposti sui social contribuisce ad aumentare un disagio più o meno consapevole, che può spaziare dalle nuove dipendenze, ai problemi identitari, ai tristemente noti copioni di “relazioni asimmetriche”. 

Ci si interroga se non valga la pena integrare il binarismo dei rigorosi criteri della ricerca evidence-based, per accogliere anche riflessioni che vengono da altri ambiti meno mainstream, ma che appartengono all’immaginario. 

Chi sono? A chi appartengo? Che progetto ho? Sono i quesiti fondamentali per lo sviluppo della persona che si trovano immersi in un mare magnum di tutto e il contrario di tutto, citando tra gli altri il gettonatissimo discorso “cara donna, ci si aspetta che tu lavori come se non fossi una mamma e che tu sia una mamma come se non lavorassi”. 

Ci si potrebbe chiedere come questo ad oggi impatti anche nella coppia, all’interno della quale in seguito alla contrazione degli organizzatori kantiani di spazio, tempo libertà, anche per la Sars-Covid19, molte persone, in sofferenza, si sono tuffate alternativamente in un ancor più intenso disinvestimento o iper-investimento in ambiti esistenziali (approfondimenti, corsi, hobby, cura del corpo, cura della crescita spirituale, impegno sociale).

Ma quando si rallenta e si fanno i conti con il sé reale e il proprio bagaglio di limiti e risorse, cosa succede? 

Potrebbe essere che in caso di queste molteplici attività, sovraccarichi, si esca dalla finestra di tolleranza e riemergano “vecchi modelli patriarcali consolidati” dichiaratamente rinnegati? 

E’ possibile che faccia capolino un ingestibile senso di impotenza davanti al progressivo disgregarsi dei profili social? E’ possibile che ad un certo punto, al di là delle narrazioni e dei like dichiarati, in interiore homine si assista ad una rarefazione dei diritti e delle dichiarazioni postate perché non interiorizzate fino in fondo? E’ possibile che in certi momenti emergano aspetti ferini che tentino di ripristinare lo status quo ante ideale? 

E’ possibile che stiamo seguendo l’agenda-setting, privilegiando il ruolo del detective a scapito di una riflessione più ampia? 

E’ possibile che questa progressiva rarefazione dei diritti reali sia in qualche modo manutenuta da un brodo di coltura al cui odore ci si assuefà? 

Può essere che esista una specularità tra la pixelizzazzione degli ideali e le incapacità integrative dei soggetti? C’entra quindi l’idealizzazione digitale con i femminicidi? Ci si torna a domandare quindi se la sovraesposizione ai social possa in qualche modo amplificare un’idealizzazione insostenibile. Ed allora come in un vortice di domande, ci si torna a chiedere se l’identificazione con profili social ideali e l’inevitabile scontro con l’esame di realtà possano contribuire a manutenere la cornice culturale potenzialmente esplosiva per la condizione femminile. Già Platone con il mito della caverna ci parlava della distanza dall’ideale. Sempre Platone ci parlava del potere dell’anello di Gige che rendeva invisibili e permetteva quello che non si poteva fare da visibili. Ci si domanda se, parallelamente alla cornice culturale più fruita da secoli, non possa essere utile integrarla in maniera più polifonica, con voci anche di donne che nei secoli hanno tentato di raccontare come, spesso, nelle situazioni divergenti si sia provveduto ad un ritorno al passato, all’”ortodossia” del modello noto. Potremmo rileggere Olympe de Gouges che nel 1971 scrive la Dichiarazione universale dei diritti della donna e della cittadina e nel 1973 viene ghigliottinata, “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”. 

E’ possibile che accada qualcosa di simile alla rana di Chomsky, che gradualmente finisce bollita senza accorgersene? Lo stesso fenomeno viene narrato in termini di apprendistato alla sottomissione da parte di Ernaux, Nobel per la letteratura nel 2022, nel suo libro La donna gelata. La storia, la letteratura la musica e la cronaca ci insegnano tra roghi, lapidazioni, e volti velati che la “libertà di” e la “libertà da” sono ancora da conquistare e consolidare. Basti pensare all’Equal Pay Day del 10 Novembre, nella quale si dimostra che il guadagno di una donna è di 86 centesimi a fronte ad un euro guadagnato dagli uomini. Basti pensare a testi di musica trap, sovrapponibili a letture scolastiche relative all’anno Mille: «Niente, vedo che questo muro aveva un buco, allora ne ho approfittato. E dopo il muro quante altre donne hai avuto?».  Basti pensare all’invisibilità del lavoro di cura e al privilegio dell’irresponsabilità del lavoro di cura di cui parla Joan Tronto. Ci si chiede se, al di là della corretta ricerca della evidenza scientifica, potrebbe aiutarci a comprendere questi fenomeni di entropia domestica, attingere anche da altre discipline, recuperando la dimensione originaria degli studi sulla psiche umana e aiutando la presa di consapevolezza delle persone. 

Concludiamo le tante domande che auspichiamo possano essere percepite come spunti di riflessione, riportando tre citazioni di Virginia Woolf tratte da Una stanza tutta per sé che in qualche maniera riassumono questo movimento che va dalla frammentazione alla restitutio ad integrum della persona attraverso l’integrazione cercando di ricordare a noi stessi che nessuno di noi può dirsi indenne dal continuo rapporto con la cultura del suo tempo.

 

 

“L’anonimità che “scorre nel sangue” del corpo femminile è negazione non tanto del nome del proprio corpo, quanto del corpo del proprio nome”. 

“La donna, questo «strano mostro», «questo verme dalle ali d’aquila» splendente nel non luogo della poesia maschile quanto umiliata nella vita quotidiana”.

“Poiché l’essere umano è così fatto che il cuore, il corpo e il cervello stanno tutti insieme e non rinchiusi in compartimenti isolati”.

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • AA.VV., Il sessismo nella lingua italiana. Trent’anni dopo Alma Sabatini. Blonk Editore, 2017
  • Beccalli B., Martucci C. (a cura di), Con voci diverse. La tartaruga edizioni, Milano 2005
  • Casadei T., Milazzo L., (2021), Olympe de Gouges. Donne, schiavitù, cittadinanza. Edizioni ETS, Pisa
  • Chomsky N., (2014), Media e potere. Bepress Edizioni, Lecce
  • Erneaux A., (2021), La donna gelata. L’orma editore, Roma
  • Folbre N., Who pays for the kids?. Gender and the Structures of constraints. Traylor & Francis ltd., 1994.
  • Gilligan C., Con voce di donna. Etica e formazione della personalità. Feltrinelli, Milano, 1991.
  • Maestroni V., Casadei C., (a cura di), (2022), La dichiarazione sovversiva . Olympe de Gouges e noi. Mucchi Editore, Modena
  • Hill Collins P., Black feminist Thought. Knowlwdgw, consciousness and the politics of empowerment. Routledge, New York, 1991.
  • Young I. M.., Le politiche della differenza. Feltrinelli, Milano, 1996.
  • Kittay, E. F., Love’s labor. Essays on Woman, Equality and Dependency. Francis & Taylor ltd. 2019.
  • Restaino F., Cavarero A., Le filosofie femministe. Paravia, Torino, 1999.
  • Sabatini A., Il sessismo nella lingua italiana. Istituto poligrafico e zecca dello stato, Roma, 1987.
  • Sassaroli et al., Autonomy and Submissiveness as cognitive and cultural factors influencing eating disorders in Italy and Sweden. Europe’s Journal of Psychology, 2015.
  • Tisselli G., (2021), Dalla rabbia alla gentilezza. Mimesis, Milano-Udine
  • Tronto J., Confini morali, Diabasis, Parma, 2006.
  • Woolf V., (2005), Una stanza tutta per sé. Feltrinelli Editore, Milano

Considerazioni del Direttivo AISTED Aps sul caso Foti

 

Caso Foti

 

AISTED accoglie la sentenza che assolve il collega Claudio Foti dalle precedenti accuse con un senso di gioia e sollievo.
 

Questa assoluzione inizia a fare luce su una vicenda complessa, confusa e confondente. Accanto alle fasi di indagine e al processo svolto nelle aule di giustizia, è andato in onda sui media un più articolato e violento processo, quest’ultimo senza tutte le regole dell’esercizio della legge, qui non è prevista l’inammissibilità delle prove tutte rese credibili dalla narrazione.
 

Come traumatologi non può passare inosservata la violenza della disputa a cui abbiamo assistito: è in linea con la violenza che la traumatizzazione provoca ad ondate nella società, in cui la sensazione di pericolo di fronte all'orrore di alcune storie, porta a inevitabili ed estreme polarizzazioni emotive che muovono in un continuum dalla negazione della violenza all'iperidentificazione con le vittime, (come Judith Herman ci insegna) alla ricerca di un colpevole perdendo comunque la capacità di osservare gli eventi nella loro interezza e analizzarli da più vicino con la necessaria calma e lucidità.

Ora calma e lucidità sono arrivate e di fronte ad una sentenza giusta e rispettosa del lavoro del collega, siamo ancora più consapevoli della paura e della sfiducia che questo attacco mediatico ingiusto ha prodotto nella nostra rete professionale e nella società.

Una comunicazione che ha finito per alimentare lo stigma verso la salute mentale e verso l'idea della totale fragilità e malleabilità della mente umana e del suo possibile condizionamento in un periodo dove il bisogno di cura psicologica è percepito come urgente.

 

Cogliendo l’occasione di questa vicenda, quando si opera a contatto con esperienze sfavorevoli infantili in scenari traumatici e dissociativi, ci sono alcune cose da tenere bene a mente:

 

-E’ importante ricordare che la responsabilità della cura è sempre una responsabilità collettiva: il singolo terapeuta può fare la sua parte e scegliere gli strumenti migliori in suo possesso per svolgere al meglio e in scienza e coscienza il suo lavoro, ma questo deve avvenire in un sistema sanitario e giuridico capaci di comprenderne il ruolo e riconoscerne le specificità.

 

-E’ importante tenere a mente che molto frequentemente sono situazioni che rimandano a ipotesi di reato; essere attori, anche non protagonisti, della scena del trauma comporta rischi (e costi) ad intervenire così come a non intervenire, a tutti i livelli: individuale, personale, societario. E’ importante, questa sentenza ce lo dimostra, riaffermare il valore sociale della giustizia per ognuno di noi, specialmente per chi si è trovato ad essere vittima di violenza.

 

-E’ importante conoscere le linee guida nazionali e internazionali e il valore di non essere soli, ma in una rete di colleghi(meglio se formati o esperti) con cui restare in un confronto continuo, aperto sulle proprie difficolta di operatori e sulle sfide cliniche che questo ambito impone.

 

-E’ necessario e fondamentale avere chiaro che di fronte a esperienze di vita traumatiche come una violenza subita, la mente umana per garantire la sopravvivenza, debba o possa dissociarsi. Essere a conoscenza di come la dissociazione possa avvenire e di come, anche all’interno di percorso terapeutico, il dolore intenso che può riaffiorare, può terrorizzare nuovamente: riconoscere e accettare l'orrore subito può essere un'esperienza che continua a spaventare e da cui voler prendere le distanze anche nel qui ed ora. Il terapeuta che lavora con trauma e dissociazione entra a contatto con tutto questo orrore.

 

-E’ necessario diffondere ed assumere una cultura allargata "trauma dissociative informed" a tutti i livelli che attraverso un linguaggio accessibile possa fornire delle lenti per osservare e riflettere su quanto accade, per dare dignità alla sofferenza e voce a chi non può parlare e difendersi (i minori), a chi spesso ancora non viene creduto perché piccolo e troppo suggestionabile o perché le istituzioni, ad esempio la scuola in questo momento, non riescono a tenere nella mente la complessità di ciò che accade.

 

-E’ necessario un sistema giustizia informato sul funzionamento traumatico, per meglio comprendere e operare. Il rischio di sbagliare c'è e va considerato alto in un lavoro così complesso, soprattutto entrando spesso in sistemi familiari altamente disfunzionali in cui si può facilmente restare invischiati, ma gli strumenti per lavorare bene ci sono e condivisi dalle più note associazioni italiane e internazionali.

 

AISTED vuole cogliere l’occasione per mettere in evidenza questi punti di attenzione. Il nostro è un lavoro prezioso e complesso. Per questa ragione abbiamo da sempre portato avanti gruppi di confronto e crescita professionale interni, nazionali e internazionali.

AISTED s’impegna nella raccolta e nella diffusione delle best practice e delle evidenze scientifiche più recenti, anche in uno dei campi più delicati e gravosi: la prevenzione, la tutela, la diagnosi e la cura della traumatizzazione precoce e complessa e il funzionamento dissociativo in età evolutiva. 

AISTED continuerà a lavorare per poter essere un costante punto di riferimento anche in questi momenti complessi, per supportare tutti, le vittime ma anche coloro coinvolti in lavori così difficili, siano essi sul campo o nel ruolo di vigili. 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Herman, J.L. “Guarire dal trauma. Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo”, Magi Edizioni 2005.
  • Herman, J.L. “Truth and Repair: How Trauma Survivors Envision Justice”, Basics Books, 2023.