In memoria di Giovanni Liotti (EJTD Vol.2 (2018) 109–115)
Nell'ultimo numero del European Journal of Trauma & Dissociation (pp. 109–115), è stato dedicato un editoriale alla memoria di Gianni Liotti, scomparso il 9 Aprile di quest'anno.
Di seguito la traduzione della prima parte dell'articolo, in allegato l'Editoriale completo con i contributi di Antonio Fenelli, Antonio Onofri, Andrew Moskowitz, Helene Dellucci, Oliver Piedfort-Marin ed Eva Zimmermann.
Dopo decenni dedicati al lavoro clinico, teorico e di ricerca nel campo dell’Attaccamento e del Trauma, Giovanni Liotti ci ha lasciati, il 9 Aprile di quest’anno. Nei primi anni ’90 Liotti è stato uno dei primi autori a scrivere della rilevanza dei processi di attaccamento nello sviluppo della psicopatologia e nella psicoterapia del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD). A quel tempo questo tema era ancora di interesse minoritario nel campo della psicoterapia. Siamo abbastanza sicuri che sarebbe stato felice di sapere che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta pianificando l’inserimento della diagnosi di C-PTSD nel prossimo ICD-11, prendendo in considerazione proprio le difficoltà relazionali di questi pazienti e l’eziologia di questo disturbo anche nei traumi precoci di attaccamento. Liotti ha supportato la creazione del European Journal of Trauma and Dissociation con un articolo presentato in lingua francese, dal titolo “Attacchment Informed Psychotherapy: An approach based on the evolutionary theory of motivational systems”.
Seguì un training in Terapia Comportamentale nei primissimi passi della sua carriera e diventò successivamente allievo di John Bolwby, il cui lavoro introdusse lui stesso in Italia. La sua pratica clinica è stata definita integrata e la sua influenza è stata enorme sullo sviluppo della terapia comportamentale e cognitiva in Italia. Liotti introdusse successivamente il nuovo concetto di Attaccamento Disorganizzato e ne studiò le implicazioni nel suo lavoro clinico e di ricerca con pazienti affetti da C-PTSD e disturbi dissociativi. La sua opera ha enormemente influenzato il campo della Psicotraumatologia.
Molti colleghi che hanno lavorato con Giovanni Liotti hanno accettato di scrivere un tributo a lui in occasione di questo editoriale. I colleghi italiani Antonio Fenelli e Antonio Onofri incontrarono Gianni Liotti nel 1983 e diventarono suoi cari amici. I loro scritti ci raccontano dell’amicizia con Gianni e lo descrivono come un maestro ed un essere umano davvero straordinario. Andrew Moskowitz ci racconta dei 10 anni di scambi e confronto con Liotti. Helene Dellucci, Oliver Piedfort-Marin ed Eva Zimmermann hanno conosciuto più di recente Giovanni Liotti e spiegano come i suoi insegnamenti hanno influenzato il loro lavoro e il loro stesso modo di insegnare. Questi tributi mostrano come gli insegnamenti di Liotti sopravviveranno a lungo dopo la sua morte attraverso le future generazioni di ricercatori e psicoterapeuti.
Non da ultimo ricordiamo la sua capacità di intrattenere con il suo tipico stile italiano. Avrebbe potuto parlare senza sosta durante un’intera cena, lasciando i suoi commensali al tempo stesso affascinati e stanchi, ma ancora desiderosi di imparare di più da questa legenda vivente. L’uomo con la pipa se n’è andato ma la sua eredità vive.