Il ciclo intergenerazionale del trauma: violenza di genere e violenza assistita


Violenza di genere e violenza assistita:

interrompere il ciclo di violenza per prevenire la trasmissione intergenerazionale del trauma.
 

Di Annalisa Di Luca


Il mese di Novembre è importante perché pone al centro donne e bambini per diffondere una cultura di contrasto alla violenza di genere e alla violenza sui minori. Il 20 Novembre sarà infatti la Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e il 25 Novembre sarà Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Due momenti di riflessione collettivi su due temiinterconnessi e che ci sono particolarmente a cuore.

Le statistiche diffuse dopo l'inizio della pandemia e i primi lockdown, ci hanno già raccontato di un incremento di chiamate ai centralini che si occupano di violenza intra-familiare. Quali sono le considerazioni che può essere importante fare su questi fenomeni in una logica traumatologica?


Noi professionisti della salute mentale, in quanto ricercatori, fornitori di servizi e sostenitori delle politiche, abbiamo un ruolo importante da svolgere nell'educazione del pubblico, nella prevenzione e nel trattamento della violenza contro le donne e i bambini proprio ripartendo dal rimettere al centro l'impatto del trauma sulle persone.


La violenza contro le donne è un problema di salute pubblica globale e rappresenta uno dei principali fattori di rischio, di cattiva salute e di morte prematura per le donne e le ragazze (WHO, 2002). È un fattore di criticità urgente in quanto compromette la salute psico-fisica delle donne limitandone le libertà personali e condizionando la crescita del capitale umano e del sistema economico e sociale nel suo complesso. Le sue conseguenze sullo stato di salute della donna assumono diversi livelli di gravità che possono avere esiti fatali (femminicidio o interruzione di gravidanza), molto invalidanti (conseguenze da trauma, patologie sessuali o riproduttive, problemi ginecologici e infezioni sessualmente trasmesse, HIV, ecc.) e con un forte impatto psicologico e ricadute in termini di peggioramento complessivo dello stato di salute (Disturbo da Stress Post-Traumatico- PTSD,depressione, abuso di sostanze e comportamenti suicidari, disturbi alimentari e/o sessuali). Le stesse conseguenze possono perdurare lungo tutto l’arco della vita.
Evidenze scientifiche dimostrano come l’influenza di questi traumi è causa di disturbi comportamentali ed emotivi che, se non compresi ed elaborati, possono ricadere sulla crescita e sul percorso esistenziale e di sviluppo dei bambini che assistono alla violenza sulla madre o che spesso, negli stessi contesti in cui c'è la violenza di genere, sono vittime dirette di abusi e maltrattamenti in ambito familiare.

Le evidenze scientifiche ci mostrano che le donne che vivono in povertà corrono un rischio particolarmente elevato per tutti i tipi di violenza, in particolare aggressioni gravi e pericolose per la vita, e di conseguenza i bambini presenti. Ed è inutile sottolineare come i livelli di violenza aggressiva e letale contro le donne rimangono elevati, nonostante la maggiore consapevolezza e una legislazione sempre più sensibile.


Come clinici e ricercatori abbiamo il compito, direi l'obbligo, di svolgere al meglio il nostro ruolo, per cercare di fermare e curare questa epidemia nascosta. Per questa ragione appare importante, come già accaduto per l'APA, consigliare di dare rilievo alle iniziative di politica pubblica nei settori della ricerca, della prevenzione e dell'intervento, compresa la riforma giuridica e legislativa.
Appare molto significativo appoggiare gli sforzi legislativi che cercano di correggere gli squilibri di potere di genere, compresa la legislazione sui diritti civili, l'assistenza non autosufficiente e il sostegno familiare e l'equità retributiva (ultima normativa approvata dal senato italiano), perché concorrono ad un'idea diversa e paritetica del femminile.
Più nel dettaglio poi è importante partecipare alle occasioni formative che esplorino le strade più efficaci per riconoscere e curare le vittime di violenza e per condurre ricerche sulla prevenzione e l'intervento con le donne stesse, i loro figli e gli autori di reato. Prestare una maggiore attenzione agli interventi rivolti a bambini e adolescenti che siano stati esposti a separazioni altamente conflittuali o a violenza familiare: la loro cura deve considerare che sono a rischio di comportamenti violenti o vittimizzazione.


La complessità del fenomeno richiede ad ognuno di noi una maggiore collaborazione con le reti multidisciplinari territoriali; è necessario esplorare le strade per una maggiore collaborazione con le discipline legali, mediche e altre discipline professionali per prevenire la violenza contro le donne e i bambini.
La scuola anche in una prospettiva preventiva può essere un luogo prezioso; dal punto di vista pedagogico è importante progettare interventi psicoeducativi e socioculturali per cambiare l'oggettivazione maschile delle donne, fenomeno culturale assai diffuso.


Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, negli Stati Uniti quasi 1 donna su 4 riferisce di aver subito violenza da partner intimi ad un certo punto della sua vita e 15 milioni di bambini vivono in famiglie in cui si è verificata violenza da partner intimi nell'ultimo anno.

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Ognuno di noi, come professionista e come socio in AISTED, nel suo spazio di vita e di lavoro, ha il prezioso compito di diffondere informazioni sul trauma e aiutare le vittime a comprendere il suo impatto nella loro vita nel breve e lungo termine. Uno sguardo, il nostro, che può offrire la possibilità concreta di tenere assieme l'impatto delle esperienze sfavorevoli infantili con la prospettiva integrativa necessaria nella cura di questi esiti. È un prospettiva da costruire con tutti, gli educatori, i sanitari e le associazioni legate alla salute delle donne e dei bambini per sviluppare, implementare, valutare e diffondere materiali educativi trauma-informed su come aiutare le persone colpite da un'esposizione reiterata a violenza e abusi.
Insieme possiamo creare e muovere questo cambiamento.

 

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