Terapia EMDR, Integrazione degli interventi in età evolutiva. di Ana Gomez 2020. Ed. Mimesis

TERAPIA EMDR

Integrazione degli interventi in età evolutiva

Trauma complesso, attaccamento e dissociazione

di Ana M. Gòmez

Edizione italiana a cura di Elena Simonetta e Alessia Tomba

Ed. MIMESIS , CLINICA DEL TRAUMA E DELLA DISSOCIAZIONE

Collana diretta da Giovanni Tagliavini e Maria Paola Boldrini

 

Introduzione all'edizione italiana

di Elena Simonetta, Alessia Tomba e Milena Milani

Lavorare con l’età evolutiva è un privilegio che non tutti hanno. È importante che chiunque abbia tale possibilità come clinico, abbia già incontrato ed esplorato il proprio mondo infantile e abbia potuto riconoscere e curare le proprie ferite. Solo così sarà possibile sintonizzarsi sui piccoli pazienti che arrivano perché bisognosi di cure e solo questo ci garantirà di poter essere in totale ascolto di ciò che essi, più o meno consapevolmente, hanno bisogno di comunicare.

Per farlo occorre sintonia ma anche grande creatività e competenza clinica in modo da poter soddisfare sia il bisogno del clinico di comunicare e acquisire informazioni che quello del bambino di comprendere la richiesta e rispondere come lui sa fare..Sembra facile ma non lo è! Ancor più quando l’infanzia di cui ci occupiamo è ferita nell’anima, nelle emozioni e nel corpo ed è abitata da parti così nascoste e doloranti da richiedere estrema attenzione ma anche sicurezza nel maneggiarle.

Ana Gomez in questo libro dimostra di aver davvero un canale di ascolto sempre aperto e sintonizzato verso l’infanzia e grande creatività abbinata all’esperienza clinica, che la sostiene nell’individuare strategie meravigliose, chiare e spendibili per moltissimi bambini che possono aver bisogno di lavorare sulle proprie ferite traumatiche.

Si coglie l’immenso lavoro che l’autrice ha compiuto per “adattare” ogni fase dell’EMDR al lavoro con i bambini con traumatizzazione complessa e funzionamento dissociativo, sia delineando gli interventi sui piccoli pazienti che sul sistema familiare in genere o i caregiver in particolare.

Terapia EMDR, di Ana GomezL’autrice con questo libro facilita la comprensione da parte dei colleghi terapeuti del sistema di cura dei traumi infantili e della sua importanza nella trasmissione dello stile di attaccamento del genitore alla generazione successiva. Secondo la Gomez la domanda che i genitori devono porsi deve riguardare come poter capire il proprio figlio e i suoi bisogni non soddisfatti, promuovendo curiosità e motivazione a conoscere il bambino a un livello più profondo. Allan Schore scrive che “l'attaccamento è la regolazione della sincronia interattiva", per cui le interazioni genitore-figlio che favoriscono la sicurezza dell'attaccamento mostrano la presenza di sincronia emozionale. Tele sintonia è importante anche quando per il genitore risulta difficile promuovere un legame sano con un bambino che si cimenta in quelli che la Gomez chiama comportamenti di "respingere" e "tirare".

È sicuramente “INTEGRAZIONE” la parola chiave che racchiude tutti gli aspetti clinici dell’impegno terapeutico.

Il lavoro della Gomez integra con la terapia EMDR il pensiero di una grande esperta internazionale di dissociazione come Frances Waters, la Theraplay, l'Internal Family Systems (IFS), la psicoterapia Sensomotoria e la Sand Play Therapy e dimostra come il clinico del trauma infantile possa intervenire su questa patologia in modo più efficace utilizzando e integrando varie metodologie, insieme. Questa modalità di lavoro valorizza il funzionamento della terapia EMDR rendendola uno strumento che esprime la capacità di catalizzare tutte le metodologie citate, fornendo un valido aiuto nella elaborazione della dissociazione infantile.

È notevole e significativo lo spazio dedicato da Gomez alla fase di preparazione all'EMDR al lavoro sul trauma in generale: evidenzia in tal senso l’importanza della conoscenza della teoria polivagale di Porges (2011) e della necessità di poter attivare diversi sistemi di funzionamento nella fase preparatoria del lavoro (il sistema di attaccamento, di difesa, quello di esplorazione e del gioco, quello affettivo ed emotivo) illustrando come avviare tale processo sia con i bambini che con i caregiver (capitolo 3). Nel capitolo 4 dedica specificatamente ampio spazio alla costruzione delle competenze e delle risorse necessarie per accedere al percorso terapeutico di elaborazione del trauma con l’EMDR. Qui comprende la necessità di aiutare familiarizzare ma soprattutto capire il significato di ciò che è importante mettere a fuoco e definire (da un punto di vista cognitivo, emotivo, affettivo) durante la terapia EMDR. Estremamente utile e approfondito quanto riportato nel capitolo 7 relativamente alle strategie di preparazione avanzate per i bambini con funzionamento dissociativo. L’autrice traduce con ammirevole semplicità ma al contempo efficacia, ciò di cui i bambini dissociativi necessitano per affrontare tale percorso offrendo spunti, strategie e indicazioni dettagliate su come lavorare con loro in vari ambiti.

Appare evidente quanto sia fondamentale ed imprescindibile anche per l’autrice la fase di stabilizzazione (preparazione) dei bambini prima di poter entrare in contatto con il materiale traumatico vero e proprio nelle fasi di lavoro successive. Questo comporta il lavoro con tutti gli aspetti che concorrono nel favorire la stabilizzazione includendo in primis la presa in carico dell’intero sistema familiare (capitoli 5 e12) e, nello specifico, il lavoro con i caregiver.

Da questo punto di vista il connubio messo in atto dall’autrice tra EMDR e Theraplay rappresenta uno sforzo unico nel suo genere. I due modelli condividono le fondamenta teoriche della Teoria Polivagale di Porges ma si differenziano per gli obiettivi di lavoro. Se l’EMDR rappresenta la terapia di eccellenza per il trauma, Theraplay ha tra i suoi obiettivi centrali la sicurezza dell’attaccamento, la regolazione degli affetti nel contesto dell’interazione genitore-bambino.

Sappiamo che il trauma in età evolutiva si presenta spesso nei termini di un trauma dello sviluppo, inteso come esperienza relazionale patogena avvenuta all’interno del sistema delle cure primarie. Quando questo succede, il sistema di attaccamento in formazione del bambino viene investito dal vissuto traumatico: le esperienze di sicurezza e di minaccia non potendo coesistere in un unico modello, divengono una struttura di memoria instabile e non integrata con le altre esperienze dell’individuo. Nell’ottica dell’AIP, questi ricordi vengono tenuti isolati al fine di garantire l’equilibrio del sistema. Tuttavia, poiché l’attaccamento e il bisogno di ricevere cure e affetto da un adulto significativo sono condizioni vitali per un bambino, è possibile che tali ricordi traumatici, comprendenti l’attaccamento, vengano prepotentemente attivati da condizioni stressanti che coinvolgono la relazione tra il bambino e il suo genitore o un altro adulto significativo con cui il bambino stabilisce un rapporto stretto.

È facile immaginare come questo possa rappresentare un ostacolo al lavoro terapeutico, nel momento in cui il clinico cerca di intervenire sulla relazione genitore-figlio o anche solo quando cerca lui stesso di stabilire una relazione con il bambino.

È qui che la sinergia tra Theraplay e EMDR può dare i massimi frutti.

Il modello Theraplay, con le sue 4 dimensioni che permettono di analizzare e intervenire sulla relazione genitore-bambino, può essere efficacemente adoperato per eliminare o attenuare tutte quelle precondizioni che possono potenzialmente ostacolare la messa in atto di un intervento EMDR. Theraplay aiuta il bambino a regolarsi e, al contempo, insegna al genitore a regolarlo, riducendo così il rischio di scivolamenti dissociativi, consente al bambino di fare esperienza di interazione interpersonale con uno stato di arousal adeguato e gli permette, di conseguenza, di vivere lo scambio con l’altro come esperienza piacevole invece che potenzialmente minacciosa.

Nel suo libro Ana Gomez è riuscita a coniugare EMDR e Theraplay in modo esemplare indicando con precisione le situazioni in cui questa integrazione può essere di beneficio e mostrando, anche con esemplificazioni cliniche, come intrecciare nella pratica i due modelli nelle diverse fasi di trattamento EMDR.

Questo libro è veramente un manuale di aiuto per il terapeuta del trauma e della dissociazione infantile. Le innovative, e valide, modalità di lavoro, che vengono qui suggerite, sono un contributo importante alla cassetta degli attrezzi del terapeuta. Infatti poter disporre di una varietà così ricca di strumenti operativi consente al clinico di trovare soluzioni adattabili ai problemi posti dal difficile intrico dissociativo.

Vi consigliamo di leggere le pagine successive con la curiosità e la disponibilità a lasciarvi stupire da ogni proposta terapeutica, lasciandovi inondare di idee e di nuove possibilità. La difficile cura del trauma e della dissociazione strutturale infantile prevede proprio la capacità di uscire da rigidi protocolli per adottare l'integrazione in terapia di differenti tecniche al fine di non far rivivere al bambino o all' adolescente vissuti di attaccamento disorganizzato o insicuro: questo è l'aspetto vincente della possibilità di guarigione.

 

Ana Gomez da questo punto di vista è un vero "chef stellato" in grado di elaborare, anche con poca materia prima, succulenti e gustosi menù integrativi.

Buona lettura e degustazione a tutti!

 

Libro Ana Gomez Terapia EMDR, Mimesis 2020